L’impatto ambientale

  • Il petrolio, una risorsa naturale non rinnovabile, la cui estrazione e lavorazione richiede energia e tecniche intensive che distruggono ecosistemi delicati, è utilizzato in modo indispensabile per la produzione di materie plastiche.
  • Sia la produzione di plastica che il suo incenerimento o sotterramento inquinano l’aria, la terra e l’acqua ed espongono persone e animali a sostanze chimiche tossiche e cancerogene.
  • Il 95% del cibo proviene dal suolo. Il 60-70% del suolo non è sano. Ogni anno si perdono 50 miliardi di euro a causa della degradazione del suolo (17).
  • Le microplastiche, che derivano dall’utilizzo della plastica, se esposte al sole o al mare, sono più pericolose perché, grazie alle loro dimensioni, vengono assorbite da piccoli pesci e fitoplancton, entrando così nella catena alimentare (16).
  • Un sacchetto di plastica impiega circa un secondo per essere prodotto, 15 minuti per essere utilizzato e da 10 a 50 anni per decomporsi, a seconda dell’ambiente in cui si trova.
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La plastica danneggia gli animali marini, che spesso rimangono impigliati nei pezzi di plastica più grandi o scambiano quelli più piccoli per cibo. Questo impedisce loro di digerire il giusto cibo e di attirare sostanze tossiche nel loro corpo.

Anche gli esseri umani mangiano la plastica attraverso la catena alimentare.

Solo il 5% del valore degli imballaggi in plastica rimane nell’economia, il resto viene scartato (11).

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La plastica monouso è il più grande gruppo di rifiuti sulle coste. Prodotti come posate di plastica, bottiglie di plastica, mozziconi di sigaretta e cotton fioc costituiscono quasi il 50% dei rifiuti in mare.

Per affrontare il problema, l’UE ha imposto un divieto sulla plastica monouso per la quale esistono facili alternative: posate (forchette, coltelli, cucchiai, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce, cotton fioc, agitatori per bevande e cannucce per palloncini.